15 marzo 2011

The Times They Are A Changin'

La riscoperta delle cabine telefoniche è una di quelle ragioni per cui anche nella "neonata" versione italiana (perché nel Paradiso francese dello shopping trovo solo quella US e UK mortacci vostra?!) si chiama Wired e non Wireless. Generazioni post-tamagochi che ricordano l'i-mode come il mesozoico si ritrovano improvvisamente nel precambriano. E il trenino a gasolio che mi portava a scuola non mi sembra più tanto male. La grande lezione che stiamo imparando è che le metastrutture sono più fragili (uh! E ci voleva uno tsunami), che l'elettronica non è male ma senza la meccanica non vai da nessuna parte, e più in generale che l'atomo batte sempre il bit (bellezza femminile a parte ché fotoscioppata pare meglio, ma dovremmo aprire tutto un capitolo sulla civiltà dell'immagine, le proiezioni, etc. etc. Dunque per facilità rifuggiamoci nel postulato più alto dell'ormone che batte sempre il neurone).

14 marzo 2011

Sí in tre-no

La mission di questo posto qui è assolutamente chiara : io non ci voglio avere un blog, dunque mi sono detto di scrivere cose completamente senza ordine, struttura o periodicità; sul fronte contenutistico ho sempre e solo parlato di/a/da/in/con/su/per/tra/fra mémédesimostesso, cosí da non essere assimilabile al diario o -attentato!- a spacciatore di vere notizie (nella misura in cui consideriamo informazione genuina i copia-incolla dalle agenzie e/o siti stranieri). Figuriamoci quindi quando ho paventato l'idea di scrivere microracconti da metropolitana (stufo della lettura a bocconi, valutavo come sovvertire la legge d'eremitaggio mentale del sistema di trasporto pubblico).

Poi ho pensato che milioni di persone si sono fatte perculare dal manifesto Dogma di von Trier, dunque perché non cercare anch'io un sistema di regole completamente innaturali per il mezzo scelto, da pervertire col mio personale "Dancer in the Dark" (un po' scuola Ghedini)?
Ehi sono in metro e non mi va di leggere, quindi ti parlo come al solito di me, anzi meglio! del mio stato mentale codificato temporalmente e spazialmente. Toh, è un racconto (ma non importa perché è un sogno wink wink).

Fa rima e c'è, stacce.

13 marzo 2011

Fantasmi

Un tempo vedevamo Godzilla rimanendo esterrefatti dalla distruzione di edifici di cartone. Un meccanismo psicologico di identificazione dello spettatore.
Poi arriva uno tzunami secchione e ci sono navi risucchiate nei gorghi, treni penzolanti e scenari alla kenshiro mentre alla radio una voce femminile, come incidendo un messaggio d'attesa di call-center, ti dice che la situazione oscilla fra il "molto grave" e la "catastrofe". <<Salve, al momento tutte le linee sono occupate. Per favore restate in attesa di meltdown per non perdere la priorità acquisita. Nel frattempo lo iodio 131 vi è offerto dal sistema di sicurezza nazionale>>. E' tutto cosí grottesco che a farci un film sopra per essere presi sul serio si è praticamente costretti a raggiungere il livello boiata di 









Altrimenti lo scambiano per documentario e non per fiction.
Un po' come Berlusconi ed il Caimano.

9 marzo 2011

M&M's

É ufficiale : ho perduto la mia aidoru. Dovevo atomicamente approfittarne quanto ha digitalmente aperto le gambe, ma proprio non mi prendeva. Ora non so se consolarmi riflettendo su frasi tipo <<per ogni bellissima c'è almeno un uomo che pensa alla sua ex rompicoglioni>> (ed io sono cosí avanti da essere già al "pre" che al "ex"), se accusarmi di vivere in una sacca di senso di colpa dalla cattolica origine che porta alla castrazione dell'autostima e quindi di non meritarmi cose e/o persone, se semplicemente sono un codardo, etc. etc. In ogni caso, come per ogni donna che perde il suo corteggiatore, mi mancano tutte le sfilate di foto e i cambiamenti di profilo ogni 12 minuti e mezzo. Non avrei mai apprezzato il gusto o digerito la glassa, ma la confezione mi ero abituato ad averla nella tasca. Addio al pacchetto di caramelle.

8 marzo 2011

On the 9th cloud

A me 'sta cosa del cloud computing piace un sacco, e non solo perché mi basta un assaggio di internet per ritrovare le informazioni. La cosa più bella è la facilità di scambio delle informazioni. Cosí se anche mi sono lasciato affascinare, mai completamente sedotto, dall'intelligenza collettiva, se ho fortemente creduto in quella connettiva, rimango estremamente colpito nell'imminente dalla conoscenza partecipativa. Ora vi spiego come. Ho creato una cartella condivisa per lo scambio di musica con un gruppo di amici scelti e fidati che a loro volta potranno aprire i cancelli ed estendere la rete sul concetto di moneta-fiducia pilastro contemporaneo postfacebook dei social network. Ora, oltre a ritrovarmi musica fighissima nuova, mi scopro un sabato mattina il bootleg di un concerto a cui ero presente (ovviamente con uno dei suddetti) giusto 12 anni fa. E se non è memoria collettiva questa buona camicia a tutti.

PS: poi faccio un post a parte per la mia prof di semiotica dei tempi universitari che parlando di reale e virtuale mi chiedeva dove mangiassi il pollo. Oggi io vorrei sapere dove lei ascolta la musica (e qui il mondo nuovoloso si divederà fra deezer e grooveshark, con scarti percentuali di lastfm e pochi fortunati che parlandomi di netflix ovviamente possono scoperchiare il vaso di Pandora).