25 aprile 2007

logout (tra l'utile e il futile)

Affittasi pianeta, ampio, luminoso, e con acqua corrente garantita. Quartiere periferico ma tranquillo. Metro a soli 20 anni luce. Consigliato ai giudiziosi. Ottimo per ricominciare. No perditempo. Telefonate ad ore pasti.


Ciao, come stai? Acqua passata. Santo Eraclito.


Sono uguali ma sono diversi. Li riconosci. Come in un film di Carpenter. Hanno un modo di vivere differente, perché hanno capito che l'eternità non è per noi. Sono più avidi, più generosi, più. Li invidio, li odio, li ammiro. Voglio ma ho paura.

Anche quando sai che deve finire, quando finisce ti infliggi inevitabilmente quella domanda: "avrò fatto la cosa giusta?"

Sì, per tutti.

Oggi sopravvivo anch'io.

22 aprile 2007

la Repubblica smette lo sciopero, la Democrazia continua

Mentre riflettiamo sulle parole dell'onorevole Luxuria e sui futuri sviluppi della mutua, in Libano aprono una nuova linea di prestiti bancari per rifarsi tette e nasi: quando si dice che il mercato è sempre più veloce. Stavo pensando ad uno scooter, ma quasi quasi potrei farmi un ritocchino anch'io (chissà come funziona il leasing).


(fonte)

20 aprile 2007

Perché è bello (p)asseggiare

Cammino per strada alla disperata ricerca di un tabaccaio con due pacchetti in tasca. Smetto di chiedermi perché le marche da bollo vengano vendute negli unici posti dove non servono. La vedo. Un incrocio fra la mia (ex) pinguina e Giovanna Mezzogiorno, quella sullo schermo non quella vera. Jeans negli stivali, magliettina fina come da canzone, passo ondulante ma deciso. Mi guarda sotto gli occhiali da sole, lo sento. Ci avviciniamo come in un western. Si passa rapida la lingua sulle labbra. Mentre penso contemporaneamente che A) la belva ha trovato la preda e che B) la preda è nella candid camera di un Nestcaffè, il mio corpo risponde con C: sorriso cabriolet interpretabile fra il furbo e l’ebete (interpretazione inversamente proporzionale alla risposta data). Si gira con una mossa da pantera monella e mi ignora per qualche istante. Lì mi conquista. Poi si toglie gli occhiali e mi guarda. “Scusi, è questa la clinica di somatizzazione?”

Non sono riuscito a trattenermi sbottandole a ridere in faccia. È propri vero, somatizzo tutto.

15 aprile 2007

Verso un mondo migliore

In un luogo oscuro e non ben precisato, due voci complottano nell’ombra:
- Comandante, come facciamo? È la più grande minaccia dai tempi dello Svitol.
- Non ti preoccupare, riusciremo a venir fuori anche da questo.
- Ma si rende conto? Stanno attaccando il nostro territorio, dovevano solo chiudere e invece adesso uniscono… uniscono!
- Ho già la soluzione: leggi questo. È la storia di Lucky, l’ho trovata sul Messaggero di qualche settimana fa.
E dicendo questo allunga un pezzetto di carta strappata da un giornale.

Salve. Sono un lucchetto. Uno di quelli piccolini, dorati. Un lucchettino senza tante pretese. Mi chiamo Lucky. Puoi pronunciarlo sia all’italiana con la “u” che all’inglese, perché sì, mi sento fortunato. Direi che vado bene indifferentemente sia per un armadietto della piscina o un mobiletto da ufficio ma anche come lucchetto a catena della bicicletta. Ah, certo, anche per chiudere un diario segreto. Però mi dicono che quelli ormai sono un po’ rari, che ci sono i blog, e allora per quel ruolo non mi candido. Mi piace, il mio compito. Molti dicono che servo a chiudere. A me invece piace pensare che unisco le cose, due estremità che altrimenti non sarebbero mai vicine. Mi trovo da qualche tempo in una mesticheria del centro di Roma. Sto qui, appeso insieme agli altri lucchetti, tutti di diverse misure e qualità. Ci sono quelli rettangolari anti corrosione, quelli blindati, quelli incamiciati e i supertecnologici in acciaio, roba avanzatissima, quasi da supereroi: trattamento in nichelatura chimica, sfere di bloccaggio, arco in acciaio carbo-nitrurato. Mica come me. Io sono a cilindro, d’ottone e piccolino. Un lucchettino rassicurante. Ma non ho mai sofferto di complessi d’inferiorità, anzi. Vado orgoglioso di far parte della grande famiglia dei lucchetti. Insomma, sto qui e ovviamente ho fatto amicizia con gli altri. Ci raccontiamo sogni ed aspirazioni: cosa ci piacerebbe unire ed anche, perché no, con quale armadietto o catena ci piacerebbe fidanzarci. Perché a forza di unirti alle cose, prima o poi te ne innamori. Ogni tanto qualcuno se ne va, venduto, e ci dispiace, certo, ma siamo anche felici per lui: la sua vita inizia ad avere un senso, sarà utile a qualcuno. L’altro giorno, però è successa una cosa che sta sconvolgendo quella che credevo essere la mia identità di “unitore di estremità”. Un lucchetto come me, riportato al negozio perché un po’ difettoso, ci ha raccontato che là fuori, per qualcuno, non siamo solo lucchetti ma simboli d’amore. Cioè io potrei diventare un custode d’amore? Potrei unire due cuori? Ma è bellissimo… mi venite a comprare, per favore?

- Ma... ma… ma non fa altro che avvalorare le loro sporche tesi evoluzioniste, come può aiutarci un racconto del genere?! Li erge addirittura a simulacri!
- Tu non capisci. Ciclostilalo, fotocopialo, bloggalo… Insomma devi diffonderlo.
E sul suo volto una delle increspature tende a prendere una piega deforme, dipingendogli un sorriso maligno: “Li affogheremo tutti”.

13 aprile 2007

DIO c'è!


Dio c'è è una di quelle affermazioni spartiacque fra le generazioni. Chi ha 30 anni o più oggi ed ha un minimo viaggiato per le autostrade italiane si ricorderà della scritta presente sui vari cartelli fino ad una quindicina di anni fa. Ecco, oggi finalmente lo ringrazio per questa notizia. Finalmente è caduto! Il lampione lucchettato, era questione di tempo, è caduto. Oggi è un giorno da ricordare. Basta poco. E c'è ancora gente che non crede nei miracoli, tzè.

9 aprile 2007

Variegato al cioccolato (apprezzate lo sforzo)


Leggo Affari Italiani e salta all'occhio che il 31% dei navigatori usa Wikipedia ed il 27%* scrive, legge, commenta, spupazza, sputazza e sputtana blog. In tutti quei dati però non esce quanti dei lettori di Moccia ha un blog e legge Wikipedia. Io non ce l'ho con Moccia, è un genio! Riesce a frullare una serie di luoghi comuni e la gente li compra e li legge, poi manda messaggini senza vocali firmati 3msc e mi apre un blog rosa/azzurro pieno di fatine glitterate e moto scamarcite. Ecco, io volevo solo un po' di statistiche. Perché Tre Metri Sopra il Cielo è avvolto da una leggenda metropolitana: pubblicato dal PipoloJr stesso, ha cominciato a circolare in fotocopie fra le scuole per poi essere ripubblicato anni dopo da Feltrinelli. Un libro rappresentativo: 3msc è veramente 2.0!

Ed io comincio a rileggermi le teorie oligarchiche di Mosca, Pareto e Michels.
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*calcolo mio:
Blogger 10%
Splider 8%
Blogo.it 7%
Libero: 60.000 blog su 4milioni, arrotondiamo per difetto: 1%
MySpace e Facebox sono insieme al 12%, contiamo che uno su dieci abbia qualcosa da dire (qualcosa in senso lato, tipo barzellette, "uff, oggi mi annoio", "ieri il mio prof mi ha dato 4 in italiano" (stiamo alzando la media eh! n.d.r.), "ciao sono una bionda alta 1m70, porto la 40 e ho la 5a, e cerco una micina con cui fare tante fusa insieme" (uscita direttamente da un manga erotico n.d.r.)) e arrotondiamo anche qui per difetto: 1%
TOT: 27%

6 aprile 2007

Commando Precario (real)


Ecco, volevo parlare di questo oggi. Un commando di blogger che sputtanano gli sfruttatori. Uno striscia la notizia senza fini di lucro e che parte dal basso. Certo, senza i "fini di lucro" mancano le veline e ci troviamo smutandate delle cosce pelose, però non si può avere tutto dalla vita. Basta un lucano (ma una romana per me è meglio). San Precario sarà contento che un gruppo di baldi giovani abbia deciso di utilizzare un blog così. E per una volta 'sti cazzo di telefonini vengono usati per ragioni differenti dal filmare orgiastiche perfomance di minorenni. Che poi perché tutta questa ipocrisia da parte dei genitori?! Il telefonino a loro l'ho comprato io?! E voi nel '68 non facevate le ammucchiate a scuola?! E adesso non vi mettete in cam a fare capriole per segaioli koreani (la k è un regalo ;)?! Allora per favore state zitti e se assumete qualcuno siate onesti dagli annunci di lavoro, ché in Italia scrivere in anticipo la retribuzione presunta sembra un crimine.

Commando Precario (teaser)


Sabato ore 8:00, mi sveglio e sfioro con le dita il mio mac che comincia subito a raccontarmi il mondo; e mentre lui solca lo spazio digitale aggangiandosi, connettendosi, ricercando e domandando, da bravo araldo annuncia a chi lo vuol sapere che la mia mente è attiva. Complice una pagina di repubblica.it, gli sparuti messaggi delle scorse settimane diventano un unico coro di “oggi apre!” e l’amico del cuore, filtrato e sminuzzato a piccolo pacchetti, annuncia la novella più forte degli atri. “M’arendo, ‘nnamo” sono le uniche parole che riesco a dire ed alle nove e mezza sono in macchina verso la nuova eldorado del consumatore. C’ho messo quanto arrivare a Firenze. E non mi rivedranno così facilmente che non c’è neanche Burger King. Ecco, una settimana per riprendermi... poi per fortuna ieri sera ho letto questo post ed è ripartita la spinta bloggosa. La mecca-mac è la solita trappola basata su esche ipod per incauti che ancora non conosco la mela. H&M non è paragonabile a Milano. Pathé ha aperto un multisala qualunquista. Mondadori è piccola. Il gioco non vale proprio la candela.

Scrivo ed è morto Comencini, un altro pezzo di cinema che se ne va. Ripenso ai suoi diari ed appunti, quando parlava del suo male che in tutti questi anni lo ha consumato. La prima volta piansi. Scriveva MdP, che nel rutilante mondo del cinema è un acronimo noto: Macchina da Presa. Lui però parlava del Morbo di Parkinson e non voleva far preoccupare chi per caso avesse buttato l'occhio sugli appunti. Oggi ancora una volta ripenso al legno che si fa carne, e che forse questa trasformazione ha influito su di me più dell'orginale transustanziazione, e lui me l'ha raccontata meglio di altri.